NO VIEW PREVIEW
Di seguito una lista di 15 film della prossima stagione che “
sulla carta” (considerando gli attori e i registi, sulla base di trailers visti, di recensioni oltreoceano che ritengo affidabili, per partecipazioni a festival, per mie fissazioni) non dovrebbero essere poi così male.
E’ un attimo poi che queste premesse vengano clamorosamente smentite dai fatti.. ma, come dire , mi è presa bene e li scrivo.
Non troverete film coreani o polacchi… al Cineforum ci sono già stato e mi è bastato, grazie.
Al cinema, possibilmente, voglio godere.
Per ora, senza un particolare ordine, ecco i primi cinque :
Minority Report : Sembra che Steven Spielberg si sia amaramente pentito di quel pasticciaccio mieloso e sconclusionato che era A.I. e con questo film sui pericoli del controllo poliziesco e sulla prevenzione indiscriminata, tratto dal racconto di Philip Dick, pare abbia riacquistato credibilità.
E’ vero.. c’è Tom Cruise, ma è anche vero che le mille diavolerie pop-futuristiche sono state ideate da Douglas Coupland.
Rischia di diventare il film più ‘politico‘ dell’anno , altro che il solito Ken Loach. Quando la fantascienza è ben scritta e diretta, non serve il cinema-verità.
Pinocchio : Non amo il Benigni regista – banale, retorico, piatto, scontato – ma , dopo aver visto il trailers che gira in rete (e che ricorda atmosfere alla Terry Gilliam e del regista di Moulin Rouge), forse mi dovrò ricredere.
Sembra inoltre che Cerami, sceneggiatore insieme a RB, abbia ripreso l’ambiguità originale di Collodi che era stava complemente dimenticata dai noti adattamenti televisivi e disneyiani. Aspettiamoci un Ottobre monopolizzato da Benigni (prime pagine, tv, crociate, saggi etc…).
E per criticare bisogna vedere.
The Truth about Charlie: Il regista è Jonathan Demme che da ”Philadelphia“(1993) non sia fa più vedere. Lo fa con il remake di ‘Sciarada’, un simil-hitchcook del 1963 con Audrey Herburn. Per me è un grande regista ed è uno dei pochi insieme a Lynch Wenders che curano appassionatamente le proprie colonne sonore.
Sul film si sa poco, ma io lo voto sulla fiducia. Andatevi intanto a rivedere quel capolavoro di cinema trasversale che è “Qualcosa di travolgente” o “Stop Making Sense” il film concerto meno banale della storia del cinema.
Hollywood Ending : Di solito Woody Allen non lo discuto. Sono un fan. Anche quest'anno comunque stessa storia. Esce il film in America e, tranne che a NY e in qualche altra city, non se lo fila nessuno. Poi va al festival europeo (stavolta è toccato a Cannes) ed è il solito trionfo.
Del resto era un copione già scritto e peraltro previsto dal film stesso. Hollywood Ending tratta infatti la storia di un ex regista di culto che grazie ad amicizie femminil riesce a strappare un contratto con un grosso produttore. Ma alcune disavventure (cecità reale e/o psicosomatica in cui i critici più illuminati ci vedranno infinite metafore sul cinema) lo portano alla produzione di un film senza capo né coda, ma che trionfa a Cannes.
Nella sua ironica autocritica è sempre un gran rufiano. Peccato però che continui a scrivere con la mano sinistra.
Angela Roberta Torre è una regista milanese, un po' antipatica, che si è innamorata della Sicilia. Fino ad ora l'ha rappresesntata in modo grottesco,caricaturale, scanzonato e pop. Tano da morire e Sud side story li ho trovati irritanti e noiosi.
Con questo film cambia completamente registro. Cupo ed essenziale, Angela è un noir passionale che parla di mafia. Il mio amico Lupo (si, Lupo di nome, è fiorentino, di origini nobili, e adesso vive a Roma, con questo nome, poverino...) cha va ai festival, me lo ha segnalato come il miglior film italiano dell'anno. C'è da crederci.
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